La nostra società, nel tempo, si è vista costretta a rilasciare dei comunicati stampa per prendere posizione in merito ad alcune polemiche che, sempre, hanno accompagnato il nostro tentativo di recuperare questo immobile. Di seguito li riportiamo in ordine cronologico :
COMUNICATO STAMPA
Crema lì 27 Agosto 2019
Egr. Direttore
Mi vedo costretto, mio malgrado, a replicare all’articolo pubblicato ieri su questo stesso giornale a titolo : "Il Comune valuti bene alcune scelte” che riprendendo l’ennesimo post pubblicato dal consigliere di minoranza Agazzi Antonio, probabilmente a corto di argomenti politici, credendo di aver svelato chissà quale particolare segreto, accomuna con tanto di foto, l’iniziativa della società di cui sono Amministratore Unico e socio riguardante l’immobile di via Indipendenza a Crema, tristemente noto con l’appellativo di “Ecomostro” con le vicende della Spa Comfort Hotels & Resort, società che ha in gestione l’Hotel del Golfo dentro l’ex Colonia di Finalpia.
Preciso che sono amministratore di altra società immobiliare che detiene il 39 percento delle azioni della Spa CH&R ma che personalmente non ho mai avuto incarichi societari. Dell’Hotel se ne è occupato mio padre Antonio che, nel corso dei tre anni (dal 2014 al 2016) in cui è stato amministratore unico ha certamente evitato, collaborando con il presidente della Fondazione Opera Pia, Pierpaolo Soffientini, che ci fossero ricadute sulla proprietà a seguito del Fallimento della Soc.Coop ICOS all’epoca titolare del contratto di locazione trentennale.
Mio padre ha certamente avuto un ruolo importante anche nelle operazioni straordinarie che hanno portato all’acquisto da parte della Fondazione Opera Pia del parcheggio, che ricordo essere condizione essenziale per l’apertura della struttura alberghiera, e degli arredi a prezzo di saldo e stralcio, acquistandoli direttamente dal Tribunale di Milano. Furono anche pagati tutti i vecchi lavoratori dipendenti che avevano presentato Istanza di Fallimento presso il Tribunale di Savona ed altri ancora con analoga azione presentata presso il Tribunale di Milano.
Nel 2017 la società CH&R si è trasformata in società per azioni con un Consiglio di Amministrazione di cui mio padre è si rimasto in carica come Presidente ma con tutte le deleghe operative in capo ai diversi altri Amministratori Delegati che si sono succeduti negli anni.
Al momento le vicende dell’Hotel del Golfo sono in divenire e non so dire se la Spa CH&R continuerà a gestire la struttura in futuro ma è indubbio che anche grazie a mio padre la Fondazione Opera Pia Cremasca, proprietaria dell’immobile, si trova oggi in una condizione decisamente migliore rispetto al passato ritrovandosi l’immobile totalmente ristrutturato, e proprietaria del parcheggio e degli arredi che ne hanno incrementato il valore patrimoniale in modo esponenziale.
Questa in sintesi la vicenda di Finalpia di cui mio padre, rispondendo prima ad un post su FB del consigliere scrivendogli di essere disponibile a dargli ogni spiegazione sugli accadimenti, e successivamente rilasciando una breve intervista su questo stesso giornale illustrando le stesse ragioni, ha cercato di fare chiarezza, ma evidentemente questo consigliere, compiacendosi, legge solo gli articoli che scrivono di lui e non quelli in replica alle questioni da lui stesso sollevate che magari lo aiuterebbero ad avere maggiore conoscenza delle vicende di cui si vuole occupare.
Non è mai comunque troppo tardi e mio padre mi dice essere ancora disponibile…..
La storia dell’immobile di via Indipendenza invece, che mi riguarda in prima persona, come è noto parte da lontano. Non sto a ripercorrere tutte le vicende ormai note che hanno portato al risultato ancora oggi sotto gli occhi di tutti.
Voglio solo precisare che, la Srl Gerundo Center è una società di scopo costituita appositamente per questa operazione immobiliare cercando di rimediare a quella che è indubbiamente una ferita architettonica per l’intera città.
Abbiamo iniziato l’inevitabile percorso di cambio destinazione d’uso per rendere fruibile un edificio che certamente nella destinazione originaria di utilizzo esclusivamente pubblico non era più in grado di poter essere realizzato.
Non è stato un percorso semplice nè tantomeno breve.
Dalla prima domanda di disponibilità a valutare il cambio di destinazione protocollata alla definitiva pubblicazione sul BURL avvenuta il 15 maggio scorso sono trascorsi oltre tre anni.
E’ stato un percorso difficile ma assolutamente trasparente e ci mancherebbe non fosse cosi. Certamente devo un ringraziamento all’Amministrazione Comunale che ha sempre dimostrato la volontà di vedere finalmente risolta una problematica evidente, cercando un difficile equilibrio tra la pubblica utilità dell’intervento e la sostenibilità da parte del privato, considerato anche il difficile momento economico, ma il consigliere non può e non deve insinuare il dubbio di presunti favoritismi.
Nonostante questo immobile sia fermo in queste condizioni da anni, deturpando il paesaggio circostante e creando talvolta problemi di ordine pubblico per gli indesiderati ospiti notturni, alla nostra società non è stato fatto alcuno sconto, anzi.
Ricordo che oltre agli ingenti oneri da pagare al Comune, circa 900 mila euro, a quelli già incassati oltre 110 mila euro, la Srl Gerundo Center gli cederà a titolo gratuito l’intero parcheggio esterno retrostante l’immobile con accesso da via Lago Gerundo e tutti gli arredi per il nuovo asilo comunale di prossima costruzione, il tutto garantito da fidejussione bancaria.
Credo che il compromesso raggiunto sia il migliore possibile per entrambe le parti ed ora, finalmente risolte anche le ultime problematiche di carattere giudiziario in quanto l’immobile era pignorato e con diversi gravami dei vecchi creditori della società proprietaria precedente, tutti pagati, siamo pronti per partire.
Il progetto definitivo dei due professionisti incaricati, arch. Carlo Schira e Beppe Riboli prevede un immobile Direzionale/Commerciale di 3.400 mq complessivi su cinque piani fuori terra piu un parcheggio interrato con ca. 40 posti auto. L’immobile avrà una veste architettonica di grande impatto visivo, modernissimo ed al top della gamma dal punto di vista della classificazione energetica.
La collocazione dell’immobile è di assoluto interesse in quanto vicinissima alla rotatoria di via Milano ma praticamente a ridosso della città.
Confidiamo di terminare i lavori entro la fine del prossimo anno e fortunatamente, considerato l’interesse che sta incontrando tra i diversi potenziali clienti, diventerà una piacevole realtà produttiva cittadina.
Invito da subito anche lo scettico consigliere alla inaugurazione quando l’immobile sarà ultimato sperando finalmente che si ponga termine sul nascere ad ogni sterile polemica.
Cordiali saluti
Riccardo Denti
Amm.U. Srl Gerundo Center
COMUNICATO STAMPA
Crema li 10 Luglio 2020
Gent.mo Direttore
Scrivo nella mia veste di nuovo amministratore unico della S.r.l. Gerundo Center, proprietaria dell’immobile di via Indipendenza, tristemente noto come “Ecomostro”, subentrato a mio figlio Riccardo che si è dimesso dall’incarico, giustamente stanco di dedicarsi a questa vicenda.
Io invece, nonostante non sia più un giovanotto continuerò ad occuparmene, con buona pace di tutti quelli che, anziché contribuire a risolvere quella che è evidente a tutti, una ferita architettonica per la città, usano strumentalmente la vicenda per miserevoli beghe politiche.
In molte testate giornalistiche, tra cui la Vs, sono apparsi recentemente articoli che mi chiamano in causa, per cui spero di poter dare un contributo per la conoscenza della vicenda, se Lei lo riterrà d’interesse, anche ai suoi lettori.
Premetto che fui proprio io ad essere interpellato nel 2016, dall’Istituto di Credito che aveva in passato finanziato l’operazione immobiliare e che vantava un credito milionario, per verificare se ci fosse la possibilità di trovare una soluzione a quella che sembrava oggettivamente una situazione quasi disperata.
L’immobile si trovava, come ancora oggi, in stato di totale abbandono e degrado, oggetto di procedura esecutiva promossa dalla banca stessa e con nessuna prospettiva futura.
Non senza titubanze (l’immobile è veramente orribile) potendo però verificare la volontà di tutti gli attori coinvolti di contribuire a trovare una soluzione, accettai quindi di occuparmene.
Il dovere di sintesi per non annoiare i suoi lettori mi impone di soprassedere su molti aspetti della vicenda ma che elenco almeno per punti :
Inizialmente chiedemmo solo un cambio parziale di destinazione d’uso in quanto circa il 40% dell’immobile interessava un importante soggetto di partecipazione pubblica indicatoci proprio dall’Amministrazione Comunale. Certamente questo avrebbe aiutato il successo commerciale dell’operazione ma purtroppo poi non se ne fece più nulla.
L’Amministrazione Comunale, che merita un plauso per la determinazione dimostrata nel cercare di trovare una soluzione (si studiò anche di collocare un asilo all’interno dell’edificio) pure ha preteso “regole stringenti” per la concessione del cambio di destinazione d’uso che certamente non agevolano il nostro tentativo.
La complessità dell’operazione ha determinato una lungaggine burocratica che di fatto ha scoraggiato o fatto perdere per strada alcuni potenziali clienti. Risulta evidente che l’operazione immobiliare debba anche incontrare un successo di vendite e l’Istituto di credito partner dell’operazione non può che essere sensibile alla questione. Da questo punto di vista la perdurante crisi economica ed addirittura la pandemia mondiale ha mortificato per ora questo risultato.
La s.r.l. Gerundo Center ha, ad oggi, pagato per estinguere gravami iscritti sull’immobile per debiti precedenti, rimborsato la società che ha emesso una fidejussione escussa dal Comune per inadempienze pregresse per 114mila euro, versato nelle casse Comunali la monetizzazione dei parcheggi per oltre 60mila euro, rilasciato fidejussioni bancarie per quasi 300mila euro, escutibili sempre, ceduto il terreno retrostante destinato a parcheggio a titolo gratuito al Comune. Non risponde quindi al vero che la società non ha versato un soldo. Al momento per alcune ulteriori criticità emerse nel frattempo i nostri legali stanno definendo con l’Istituto di credito partner dell’operazione le modalità per poter procedere con l’operazione. La situazione è in costante evoluzione ed abbiamo richiesto all’Amministrazione Comunale un incontro proprio per aggiornarli sugli sviluppi.
Credo sia evidente a tutti che una operazione con carattere di difficoltà come questa possa richiedere correzioni o rettifiche nelle tempistiche senza ovviamente mutare la sostanza dell’operazione ne le garanzie prestate.
Leggo infine che “fenomeni da intervista facile ai giornali” avrebbero soluzioni pronte subito con addirittura risultati economici migliori per l’Amministrazione Comunale. Sono i soliti fenomeni del giorno dopo che dicono che avrebbero fatto meglio quanto fatto da altri stando seduti al tavolo del bar davanti all’aperitivo. Mi contattino tranquillamente e vengano a trovarmi in ufficio che, alle stesse condizioni nostre, gli cederò volentieri immediatamente tutta l’operazione. Sempre pronto a farmi da parte per lasciare spazio a quelli più bravi.
Mi si consenta per ultimo un ringraziamento a tutti i professionisti impegnati in questo progetto con una menzione particolare per i progettisti Arch. Schira e per il mio compagno di superiori Beppe Riboli che, come me, vorrebbe cercare, da cremasco di dare un contributo per la propria città.
Grazie a tutti, non molliamo.
Un cordiale saluto
Antonio Denti
COMUNICATO STAMPA
Crema lì 25 Novembre 2020
Gent.mo Direttore
Le scrivo con l’intento di cercare, per quanto possibile, di fare chiarezza sulle vicende più recenti riguardanti l’immobile sito in Via Indipendenza, Angolo Via Lago Gerundo in Crema, tristemente noto ai più con l’appellativo di “Ecomostro” di proprietà della S.r.l. Gerundo Center.
Lo faccio oggi in quanto è noto che nel convocato Consiglio Comunale del 30 novembre p.v. verrà discussa una interpellanza presentata da Forza Italia dal titolo “Quale futuro per l’Ecomostro di via Indipendenza”.
Voglio innanzitutto rispondere ad alcuni interrogativi posti dagli stessi Consiglieri della medesima forza politica, anticipati nei giorni scorsi sui media o sui social o nell’interpellanza stessa, di seguito sinteticamente per punti:
ho iniziato ad occuparmi di questo immobile non perché “richiestomi dall’Amministrazione Comunale”, bensì dall’Istituto di credito che aveva in passato finanziato l’intervento e che vantava un ingentissimo credito nei confronti della precedente proprietà oramai in default (credito di oltre 3,5 mln di euro), e, precisamente, la Banca di Piacenza.
non ho “amicizie politiche del PD” ne sono “amico degli amici” di questa Amministrazione così come maliziosamente i Consiglieri di minoranza ripetutamente insinuano;
preciso che ho avuto modo di conoscere ed incontrare i funzionari comunali nei numerosi incontri, del lungo iter amministrativo di cambio destinazione d’uso dell’immobile e non poteva certo essere altrimenti per una operazione così intricata;
non siamo certo stati degli “ingenui nello sottoscrivere la Convenzione” alle condizioni ivi riportate, e neppure “ignoranti della legge” come ancora questi Consiglieri insinuano, in quanto le condizioni le conoscevamo perfettamente, ed eravamo certi di poterle integralmente rispettare proprio grazie all’appoggio della Banca di Piacenza;
certamente l’Amministrazione avrebbe potuto essere più indulgente con le “condizioni stringenti” (così le ha definite la dott.ssa Fontana) ma dopo oltre tre anni di attesa la S.r.l. Gerundo Center aveva fretta di chiudere la partita e poi eravamo assolutamente nella condizione di poterlo fare in quel momento;
per quanto mi riguarda, non posso che ringraziare questa Amministrazione per aver creduto all’iniziativa, e per cercato in tutti i modi di agevolarla nel solo interesse della città e dei cremaschi;
da ultimo preciso che anche il continuo richiamo al mancato versamento degli oneri (i famosi 800 mila euro) da parte della S.r.l. Gerundo Center, è assolutamente strumentale in quanto è evidente che questi danari sarebbero dovuti solo nel caso che l’operazione si facesse mentre non facendola, non sono certo dovuti. Non si può osteggiare in tutti i modi il tentativo di recupero e poi lagnarsi se non facendolo vengono meno gli incassi conseguenti.
Preciso ancora che, dopo che la Banca di Piacenza mi ha personalmente chiesto di cercare una soluzione per quell’immobile in stato di totale abbandono, per tentare essa stessa di recuperare almeno parte del proprio credito, e dopo aver verificato anche da parte dell’Amministrazione Comunale la volontà di risolvere questa criticità cittadina abbiamo sottoscritto un “Accordo Quadro” con la banca stessa per regolamentare i rispettivi ruoli e gli obiettivi comuni, oltre il necessario sostegno finanziario all’intervento, condizione da noi posta, e da subito, come assolutamente indispensabile ed irrinunciabile.
L’impresa era una sfida molto coraggiosa anche così, tenuto conto dello stato dell’immobile, ma, soprattutto, dei limiti che la vecchia convenzione poneva per il costruttore.
Soprassiedo, per dovere di sintesi in questa mia, le molte difficoltà incontrate soffermandomi qui solo su quella che ha di fatto bloccato l’operazione pochissimi giorni dopo la firma della tanto sospirata Nuova Convenzione il 22 Ottobre 2019.
Mentre ancora il giorno prima della firma ricevevamo assicurazioni dalla Banca di Piacenza sul procedere dell’intervento, questa ha annullato immediatamente dopo l’appuntamento dal notaio per la firma del mutuo previsto nell’”Accordo Quadro” sottoscritto, fissato per il giorno 30 Ottobre 2019, convocandoci per il successivo 12 novembre 2019 presso la loro sede di Piacenza dove ci veniva chiesto, per la prima volta, di partecipare con nostra finanza all’operazione.
Avendo a quel tempo già sostenuto ingenti costi notarili, progettuali, peritali, di verifiche strutturali, ambientali, geologiche, pagato gravami di creditori della precedente proprietà, ceduto il terreno al Comune su cui realizzare il parcheggio, pagato monetizzazione parcheggi, rilasciato fidejussioni per quasi 300 mila euro, per non perdere danaro e lavoro, abbiamo dato la nostra disponibilità ad assecondare queste richieste.
Da quel momento ad oggi abbiamo continuamente interloquito con la Banca di Piacenza per definire un accordo per procedere con l’operazione, arrivando per ultimo a proporre tutto il ventaglio di ipotesi percorribili e cioè: A) continuare insieme alle condizioni originariamente pattuite ma con aggiunta la disponibilità a fare la nostra parte finanziaria di equity, che, lo ripeto, non ci era mai stata chiesta prima; B) uscire dall’operazione, da parte nostra, per lasciare alla Banca la facoltà di scegliere altro partner, per procedere alla riqualificazione dell’immobile; C) ottenere dalla Banca il consenso a cedere il loro credito, per uscire essa dall’operazione e consentire, a noi, di procedere in proprio.
Più di questo non potremmo proprio fare ma occorre fare in fretta.
Concludo scrivendo che, alla domanda dell’interpellanza presentata al prossimo Consiglio Comunale e cioè “quale futuro per l’Ecomostro” noi al momento non abbiamo una risposta e attendo con curiosità di sentire cosa verrà detto lunedì p.v..
Riteniamo di avere fondate, provate e documentate ragioni per lamentare il mancato rispetto degli impegni contrattualmente assunti dalla Banca e rimetterci a decisioni di giustizia nei competenti Tribunali, auspicando comunque come sempre dichiarato tutta la nostra volontà a cercare fino all’ultimo una soluzione condivisa.
Per quanto la quotidiana e financo compulsiva opera di demonizzazione da parte del Consiglieri di minoranza (dettata da ragioni elettorali, piuttosto che per fare l’interesse della cittadinanza cremasca), mi permetto di osservare, da soggetto non esposto politicamente (e financo indifferente ai temi politici), che la stessa non ha fatto altro che creare nuovi ostacoli alla soluzione della problematica.
Grazie per l’attenzione
Cordiali saluti
Antonio Denti
(A.U. srl Gerundo Center)
COMUNICATO STAMPA
Crema lì 9 Agosto 2021
Gent.mo Direttore
Consapevole dell’interesse che molti cremaschi nutrono per le vicende dell’immobile, mai completato, di via Indipendenza, angolo via Lago Gerundo a Crema, negli anni divenuto tristemente noto come l“Ecomostro”, sento il dovere di segnalarLe che, come da noi gia’dichiarato in passato, la vicenda non è affatto chiusa e, se ritiene possa essere d’interesse anche per i suoi lettori, è e sarà ancora oggetto di attenzioni.
Intanto La informo che i nostri legali, fallito nell’aprile scorso il tentativo di mediazione obbligatorio per legge nei contratti bancari, hanno promosso una azione in ambito civile citando la Banca di Piacenza per inadempienza contrattuale avanti il Tribunale di Piacenza con prima udienza già fissata per il 16 settembre prossimo.
E’ del tutto evidente che riteniamo come la situazione di stallo attuale sia imputabile alla condotta dell’Istituto di credito con il quale la nostra società aveva sottoscritto un “Accordo Quadro” relativo all’operazione immobiliare in oggetto, poi disatteso da controparte, da cui la necessità di rimetterci a decisioni di giustizia con le conseguenti, nel caso, azioni di richieste risarcitorie del danno subìto.
Nei termini previsti per legge, i legali della Banca, hanno depositato per conto della loro assistita una memoria difensiva alla luce della quale, con i nostri legali stiamo già valutando altre iniziative anche in ambito penale.
Sconcerta per esempio leggere nella memoria che per argomentare il mancato rispetto degli accordi sottoscritti dalla banca i propri legali adducano articoli di giornali, producendoli in copia negli allegati, che accostano il sottoscritto ad una società infiltrata dalla malavita organizzata.
Sulle vicende dell’ex Colonia di Finalpia abbiamo già in passato spiegato con comunicati ed a mezzo stampa che, nel caso venissero provati i fatti denunciati che ribadisco riguardano altri soci (è in corso un processo a Milano contro le persone responsabili dei fatti accusati anche di altri reati, da cui il provvedimento restrittivo) la questione rimarrebbe confinata solo in quell’ambito senza che venga a questa attribuita la responsabilità del destino della società che ha condotto l’attivita’ alberghiera negli ultimi anni.
La conduzione dell’hotel ha sempre generato debiti in ogni esercizio come conseguenza di “perdite strutturali” così definite dalla curatela in una sua missiva.
A tal proposito è proprio dei giorni scorsi la lettera del legale che assiste il fallimento della società Comfort Hotels & Resort S.p.A. che chiede a tutti gli amministratori che si sono succeduti dal 2017, come pure all’organo di controllo composto da 3 sindaci (ricordo a chi legge che la società era una S.p.A.) di risponderne in solido risarcendo a seconda delle proprie responsabilità il danno ai creditori.
Ebbene proprio a riprova che le vicende di cronaca risultano essere del tutto marginali al destino della società fallita ad aprile di quest’anno, i due Amministratori che secondo qualcuno sarebbero gli infiltrati e che sono stati in carica per 4 mesi in tutto di cui 3 con l’hotel chiuso, non sono stati nemmeno chiamati in causa mentre a sorpresa per qualcuno (ma certamente non per noi) viene individuato il vero amministratore di fatto della società dal 2017 ad oggi.
Per quanto mi riguarda poi, proprio dalla trasformazione in S.p.A. il sottoscritto non ha avuto più alcuna delega operativa e sono note e documentate tutte le mie denunce sul fatto che non mi era condiviso nulla della gestione della società.
Attendiamo con fiducia quindi che le vicende della società con le responsabilità di ognuno vengano finalmente dimostrate.
Ancora in un altro passaggio della memoria difensiva della banca, i propri legali addirittura “scaricano” le responsabilità del coinvolgimento dell’Istituto di credito sui singoli funzionari che ancora il giorno prima della firma della Nuova Convenzione ci rassicuravano sul rispetto degli accordi presi soprassedendo sul fatto che il nostro interlocutore era nientemeno che il Responsabile Direzione controllo Crediti, un funzionario quindi al massimo livello dell’Istituto.
Ricordo in proposito che la nostra società proprio quel giorno ha ceduto al Comune gratuitamente un terreno periziato dalla banca per un valore di 522mila (Cinquecentoventiduemila) euro, versato alla Tesoreria oltre 60mila (Sessantamila) euro per monetizzazione parcheggi, rilasciato fidejussioni già escusse per oltre 270mila (Duecentosettantamila) euro ed inoltre rimborsato la finanziaria che aveva emesso fidejussione rilasciata dal precedente proprietario ed escussa dal Comune per altri 124mila (Centoventiquattromila) euro.
Comprensibilmente vista la situazione attuale purtroppo al momento l’immobile rimane nella condizione degradata in cui si trova ormai da anni ma confidiamo nella ragionevolezza di tutte le parti per trovare una soluzione nell’interesse dei cittadini cremaschi che da troppo tempo sono costretti a convivere con questa ferita architettonica.
Nel ringraziarLa per l’attenzione, sentendo il dovere di informarLa ulteriormente sugli sviluppi della vicenda, cordialmente saluto.
Antonio Denti
Amm.U. Gerundo Center s.r.l.
Gerundo Center s.r.l. - Sede Legale: Via Bombelli, n. 3 Crema (CR) - P.IVA 01655270195 - info@gerundocenter.it - pec : gerundocenter@pec.it